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Le osservazioni delle insegnanti:
Dopo aver preso parte a due seminari nei quali , l'ins. De Lillo, ideatore del metodo ha illustrato le linee guida del Globalismo Affettivo , abbiamo pensato di avvalercene nelle sezioni 3^A della scuola dell'infanzia "Rodari" e 3^A della scuola dell'infanzia "Arianna", entrambe del 1° C.D. "M.Montessori di Mola di bari.
Il Metodo presenta molteplici aspetti di originalità didattica , è rivolto essenzialmente a bambini di 5 anni e come evidenziato nella denominazione, è teso a favorire l'anticipazione dell'apprendimento della letto-scrittura nella scuola dell'infanzia, attraverso il coinvolgimento globale dell'intera personalità infantile.
E' apparso subito chiaro il clima particolarmente gioioso creato nelle sezioni e la favorevole accoglienza da parte dei bambini che attendevano con gioia e apprezzavano il rapporto sinergico tra immagini e racconto, supportato dal costante utilizzo delle nuove tecnologie basate sull'uso del computer.
L'interesse e la partecipazione degli alunni ha favorito l'instaurarsi di un'atmosfera di identificazione con il maestro regista che non a caso è denominato Computeraio.
In sintonia con le direttive del metodo e convinte che i bambini apprendevano facilmente solo se ben motivati e se si fa uso di strategie e tecniche che siano in grado di stimolare la partecipazione attiva e globale, abbiamo cercato di far sì che l'apprendimento non fosse inteso come sforzo, ma come piacere, divertimento e che le nostre sezioni realizzassero la "scuola attraente", capace di avvicinare , di favorire lo sviluppo di tutte le potenzialità che, se soffocate, non verrebbero alla luce.
La necessità di dare "senso" alle cose e ai grafemi, un significato alla forma delle lettere, di servirci di sequenze narrative risultate affascinanti, dei movimenti del corpo, del coinvolgimento della totalità della sfera sensoriale, ha permesso che la lettere venisse ricordata più facilmente, che fosse interiorizzata anche dai bambini che vivono situazioni familiari non particolarmente stimolanti.
Gli alunni venivano letteralmente "rapiti" nel vedere al computer le storie e i personaggi, erano facilmente coinvolti nella loro drammatizzazione e nella rappresentazione grafico-pittorica.
Con Il metodo del Globalismo Affettivo i bambini si sono affezionati alla lettera, ne sono diventati amici, hanno rafforzato la capacità di raccontare storie , hanno imparato ad accostarne le lettere, ad associarle, a riprodurle, a leggerle e, a memorizzarle, a riscriverle anche con la tecnica dell'auto dettato.
Tutti gli alunni si sono cimentati nella compilazione di schede di riconoscimento e di memorizzazione delle lettere, delle storie raccontate, raggiungendo, più o meno, gli obiettivi posti in preventivo.
Si è trattato di una esperienza positiva che ha evidenziato ancora una volta le potenzialità degli alunni, ne ha esaltato le competenze, permettendo ad ognuno di eprimersi liberamente e pienamente, nella sintesi mirabile di fantastico e immaginario, di sogno e creatività. Nel sottolineare che il metodo del Globalismo Affettivo sia meritevole di validazione scientifica, ci permettiamo di esprimere un personalissimo punto di vista su quelli che sembrano essere i punti forti e deboli dell'impianto educativo in questione.
Vero punto di forza è la figura del maestro Computeraio, capace di fare imparare con naturalezza, attraverso la narrazione fantasiosa, la teatralità gestuale, la drammatizzazione sonora, l'animazione grafica, la coralità della visione e dell'ascolto.
Altro elemento sicuramente decisivo è la constatazione che il Metodo è particolarmente utile nei confronti dei bambini svantaggiati sul piano socio-culturale, che con le metodologie tradizionali provano difficoltà a conoscere le lettere e a memorizzarle.
Punto di debolezza, invece, è riconoscere la mancanza di parte del personale docente, della capacità di utilizzare gli strumenti tecnologici che ne potenziano in maniera sbalorditiva l'efficacia.
E' necessario constatare, però, che l'esiguità del tempo a disposizione per la sperimentazione, ci ha costretto a realizzare il metodo nella sua interezza, a ritmi serrati, per rispettare le indicazione del Maestro ideatore e le linee programmatiche prefigurate.
A parer nostro, invece, tempi più distesi avrebbero potuto permettere agli alunni stessi di esprimere liberamente le emozioni e i sentimenti che l'esperienza ha suscitato.
Durante la sperimentazione è stato rilevato dagli alunni stessi i quali attendevano invano il racconto della lettera "H", a cui abbiamo dato soluzione inventando noi stessi una breve storia per motivarne la forma.
Partecipare a questa sperimentazione è stato per noi una occasione di crescita professionale e personale che ha potenziato ed arricchito le nostre capacità di metterci in gioco e ricavare ulteriori stimoli per essere docenti "attive"
8 Giugno 2010 - Mola di Bari
Ins. Angela Anelli
Palma Recupero